
Certo, forse la gente che manca ha seguito le vicende di cronaca legate al ritrovamento dei fratelli Pappalardi: come dire anche due morti sono meglio di tanti vivi che cantano. Cosa che dovrebbe fare riflettere e far smettere di dire che la televisione italiana rispecchia gli italiani. Forse la televisione italiana rispecchia i quattro italiani quattro che da anni la stanno facendo (e mi riferisco soprattutto a quelli che stanno dietro le telecamere). Discorso un po’ diverso.
Per rompere la monotonia di una programmazione comunque noiosa e vetusta serve la cronaca. Appena la cronaca getta un amo per far abboccare pubblico, il pubblico si attacca all’amo come fosse una scialuppa di salvataggio. Forse un scialuppa che salva dall’uggia e dalla reiterazione tendente all’infinito delle solite minchiate, delle solite scenette, delle solite moine. I fratellini Pappalardi non sono Cogne, non sono il delitto di Perugia, di Garlasco o di Erba. Sono un’altra cosa. Mediaticamente nessuno si è accanito così tanto su di loro come faine su carcasse in via di putrefazione. E, guarda il paradosso, loro carcasse lo sono diventati davvero. Ora tutte le telecamere si scateneranno. Sono loro che stanno portando via ascolti a Sanremo, sono loro su cui puntare il faro dell’Auditel non sulle bizze della Bertè o sulla tinta di Al Bano e neppure sull’extracomunitaria ungherese che ha presentato il festival con un’eleganza e naturalezza che le nostre connazionali italiane che si sono alternate negli ultimi anni, se le sognano. Ma questo è un altro discorso.
Curioso invece che dall’altra parte dei piccoli schermi la gente gridi la voglia di cose vere (come la cronaca appunto), di emozioni pulsanti e di sentimenti un po’ più articolati e complessi da quelli che arrivano da una casa chiusa con dentro un manipoli di personaggi nei quali, vorrei capire, chi si può ancora riconoscere. Eppure mi sembra di capire che nessuno faccia caso a quei lamenti. E’ vero l’alternativa agli show preconfezionati non può essere il dolore. No, quello no. Ma forse l’alternativa allo scotch, ai cartonati, ai conduttori imbalsamati e privi di propria personalità, ai copioni ingialliti che ormai passano da programma a programma (visto che sono sempre le stesse cose da anni) si chiama verità. Che tradotto in termini televisivi vuol dire emozione. La gente ha sete di emozioni vere. E le emozioni vere le possono dare solo le situazioni vere (o veramente false), i conduttori reali (vedi Fiorello) i programmi con un’anima (il flop de La sia l’Ultima? dove la cosa più vera erano le extension della Cuccarini ne è la riprova). La cronaca è vera. Pulsa. E tristemente è l’unica cosa vera che, in questo momento passa la tv.
Viva Lenny Kravitz , quindi, che ospite al Festival di Sanremo si è presentato spavaldo con i suoi stivali tacco 15 centimetri (più o meno). Una rockstar che, impavida, mette a nudo i suoi complessi. Che emozione rara qui da noi. Buona camicia a tutti.
5 commenti:
grande lenny!!!
Quello che dici è giusto. Purtroppo tante persone (e se io fosse onesta mi metterei in questo gruppo) trovano che questa vita non offre più molto e quindi viene morbosamente attratta dalla cronaca. Lo stesso succede con le emozioni facili tipo c'è posta per te! (chi non ha pianto fiumi di lacrime per queste trasmissioni?). Non ho parole... terribile..
www.themagicroundabout.splinder.com
Prima puntata da dimenticare, vediamo stasera che succede..
"forse la gente che manca ha seguito le vicende di cronaca legate al ritrovamento dei fratelli Pappalardi: come dire anche due morti sono meglio di tanti vivi che cantano."
rabbrividisco al pensiero che certe persone possano scrivere una roba del genere!! Che schifo!
Lenny un figo della madonna!!!
a questo sanremo, cmq, ci voleva MIGUEL BOSE, poche palle.
Chiambretti è favoloso e lo dimostra da anni. BAudo è come i politici-professori univerasitari-giornalisti italiani: decadente e incartapecorito, ma si ostina a restare saldo su un trono che non gli appartiene. Nessun under 30 può pensare che BAudo sia interessante.
V.stag.
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