mercoledì 22 dicembre 2010

Povero Renzi

Povero Matteo Renzi, poveretto. Tutta una vita in parrocchia a reggere tonache e nei boschi ad appicciare fuochi con il Manuale delle giovani marmotte in mano. Una giovinezza a scrollarsi di dosso la faccia da bravo ragazzo che piace tanto alle mamme e ai professori, ma meno alle ragazze dell'Onda studentesca, perchè si sa è lì che beccano le gnocche, mica nelle sacrestie. Povero cristo, la faccia nuova della vecchia sinistra, il volto vecchio del nuovo pd, accusato da anni di essersi allontanato dalla gente e di essere diventato ormai un partito solipsista e ideologicamente autarchico, lontano dal "popolo sovrano", come direbbe il presidente. Poveretto lui diventato dal giorno alla notte il preferito dalla figlioletta dell'uomo più ricco d'Italia, tra i primi in Europa, nella top 100 del mondo, probabilmente. Nonché capo del partito avversario a quello in cui milita il boy scout, poco boy e tanto scout, Renzi. Se fosse una partita a battaglia navale si direbbe "affondato", neppure colpito. Succede questo: la primogenita della signora Lario, Barbara, decide di concedere un'intervista al settimanale Vanity Fair. Immagino la scena: giorni e giorni per mettersi d'accordo su trucco, parrucco, bigodino e potenza del phon, location, data, servizio fotografico e ore e ore a sistemare le domande da inviare allo staff che si occupa della comunicazione in casa Berlusconi bis (che non è un governo, ma la seconda famiglia del premier). Poi, dopo altrettante ore e rileggere le risposte (sempre pensate in collaborazione con lo staff) per rendere il suo pensiero sufficientemente distaccato da quello del padre, ma basicamente lo stesso, anzi se proprio si vuole fare un'analisi corretta si potrebbe dire esattamente lo stesso, hanno pensato bene di sbattere qua e là frasi al fulmicotone, scaduto però. Come dire: l'effetto è nullo, l'unica cosa che si può accendere è la "x" di X Factor. Ma torniamo al pool di comunicatori dei Berlusconi bis (inteso non come governo ma come seconda famiglia). Finite le risposte alle domande, che Barbara ha recitato col cuore, arrivano due o tre cose da sistemare per non deludere nessuno: il padre, la madre, la stampa assetata di sangue e coltelli, l'Italia tutta pendente dalle parole dei suoi regnanti. "Qui mancano due o tre colpi di fioretto", avrà detto il capo pool. "Ho un'idea", avrà aggiunto lo stagista pool: "Perché non spariamo contro, che ne so, la Carfagna già criticata indirettamente dalla madre tempo fa, recentemente anche dal padre e dal mondo in continuazione ?" "Che ideona". E via ad attaccare la ministra delle pari opportunità che secondo la rampolla bis non dovrebbe lagnarsi. "Se si sente discriminata lei, che dai Telegatti è diventata ministro, la cosa assume dimensioni ancora più grottesche", butta lì la superboccolona . E via, la prima sferzatatina (sì, ma griffata Vuitton) è stata data. Perché diciamolo, sparlare della Carfi (come la chiama la Littizzetto) è un po' come prendersela con Croce Rossa: è l'unico modo per dire qualcosa d'intelligente sul governo del padre senza che lui se la prenda. "Sì, però così, signor capo pool, è troppo poco". "E' vero stagista pool, bisognerebbe...bisognerebbe... bisognerebbe fottere in maniera educata qualcono dall'altra parte... tipo... tipo...". "Tipo Renzi", grida l'assistente brianzolo stagista dello stagista pool. "Sì, Renzi, quel pretaccio di Firenze, fottiamolo dai: "El Renzi il comunista ch'el ghe pias tant a la fiola del premier". E giù a ridere tutti, Barbara compresa. "Ahahahahah. Sì, dai pensa che presa per il culo quando i rifondaroli fiorentini lo incontreranno: 'Sindaco, maremma maiala, finalmente l'abbiamo trovato c'è Barbarella che la sta cercando'". "O sindaco, gli mandi un salutino alla figliola del premier che l'è cosè piccina e tenera". E cose di questo genere. Povero Renzi. Beata la Carfagna. Buona camica a tutti

1 commento:

ant ha detto...

ma l'ex letterina elisa triani che conduce studio aperto?
oggi sono OT ovunque
ciao alby!