sabato 15 ottobre 2011

La pelle di Pedro


Dentro la pelle un universo che non si può cambiare. In fondo è il cuore che ti fa respirare e ogni boccata ti porta dentro anche quello che vorresti lasciare fuori. E tu non puoi farci niente se vuoi continuare a vivere. C'è tutta la natura umana, con la sua potenza distruttrice e creatrice, nell'ultimo film di Pedro Almodovar, l'ennesimo film tra i più belli di Pedro Almodovar. Confonde, spariglia, annoia, agita, appassiona e, come solo sa fare lui, ti fa innamorare. Di te, di quello che ti è seduto accanto, della gente in quarta fila, dei tuoi simili che incontri in strada all'uscita dal cinema. Pedro è così: spruzza poesia su tutto. E alla fine l'odio che provi verso l'umanità che ti circonda, diventa amore, tenerezza, compassione, affetto. Un volo pindarico che si trasforma, con i minuti che passano, in una fotografia dell'animo umano. La rabbia per la perdita, il bisogno di vendetta per sedare il senso di colpa dell'assenza e della propria incapacità di amare, l'abitudine apparente a qualcosa che non hai scelto ma che alla fine diventa il motore per fuggire dalla tua sopravvivenza e tornare alla vita alla tue vita, il possesso che ti illude di dare un senso all'esistenza, il vuoto che viene riempito dalla follia, quella che tutti noi in fondo abbiamo. E lui il regista delle Donne sull'orlo di una crisi di nervi, che grazie a dio sull'orlo non lo sono più, ti accompagna in questo universo di contraddizioni immergendoti in immagini lontane, ma solo per finta, dal mondo di Pedro, lasciando invece intatta la sua poetica. Pedro questa volta è Pedro solo nel cuore. Negli occhi è un miscuglio di registi e film variegati tra i quali a tratti c'è anche Almodovar. Nella pelle di un altro non si può abitare. Qualsiasi altro sia. La pelle è tua e nessun altro ha il diritto di entrarci. Nessuno. Buona camicia a tutti.

4 commenti:

cettica ha detto...

Condivido, tutto. Bacio.

ant ha detto...

tra i suoi film visionati credo sia il più intenso, emozionante e folle che abbia visto.
E geniale.
Oltre la sceneggiatura, le interpretazioni di tutti gli attori e la colonna sonora stile peer raben (2046) la cosa che ho ammirato di più sono i tempi che Pedro ha sapientemente misurato in tutta la pellicola, riuscendo a farti osservare il dito spostato da destra a sinistra per tutte le due ore senza mai deconcentrarti.
E dire che la faccia del pedro e la sua zazzera di capa non mi hanno mai indotto a pensare che possa essere un uomo geniale (ma anche Einstein era esteticamente poco interessante).
Anche il finale ho apprezzato, quella sensazione di ansia spezzata dal the end e lasciata fluttuare nella mente dello spettatore.
E ciao grande Alby

Melinda ha detto...

Bella recensione...mi trovo molto d'accordo!!!

Liou Duvinini ha detto...

interessante...