mercoledì 11 gennaio 2012

Lo scontrino della libertà


Va bene tutto ma caricarci sulle spalle anche la lotta contro l'evasione fiscale mi sembra davvero troppo in uno Stato democratico e civile che, almeno finora, è ancora geograficamente attaccato alla vecchia Europa. Va bene tutto. Va bene dormire agitati perché la foresta pluviale sta per essere digerita dalle ruspe imperialiste, sgambettare nervosi sotto le lenzuola perché nel mondo ogni secondo si ferma il cuore di un bambino o pensare che per ogni crema antirughe spalmata sulla faccia vengano strinati migliaia di criceti e topolini bianchi dagli occhioni giganti e dall'esistenza inutile. Va bene tutto. Va bene adottare bambini a distanza per fare pace con la propria coscienza agonizzante, bere l'acqua del rubinetto per ridurre la plastica in circolazione, occupare una manciata di preziose sinapsi per ricordarsi, capire e sistemare nei giusti contenitori la monnezza che produciamo, controllare la provenienza dei cibi per favorire chi fa le cose serie, boicottare le grandi multinazionali e le loro tenebre. Va bene tutto, dicevo. Ma anche caricarsi sulle spalle la lotta all'evasione fiscale, in uno Stato democratico e civile (almeno sulla carta) mi sembra davvero troppo. No. A questo populismo mediatico che muove le emozioni ma ancora una volta paralizza la testa, non ci sto. A volte il "mi piace" di Facebook dovrebbe essere sostituito da un più utile "mi ha fatto ragionare". Le emozioni di pancia partono lì e lì finiscono. Non vanno quasi mai oltre. No. Caricarsi sulle spalle anche la lotta all'evasione è davvero troppo. Facile quando si tratta di uno scontrino (per altro c'è gente che lo chiede da una vita), più difficile quando si tratta di un: "Con la fattura sono 1000 euro, quello che guadagna al mese una generazione, senza sono 800". Ma a prescindere, chissenefrega di cosa sia più facile o meno. Non importa. Importa invece capire in quale direzione bisogna andare per ricostruire un tessuto che si sta sfracellando sotto le nostre “richieste di amicizia” e “follower” vari. Non è la lotta all'evasione con lo scontrino in mano quella che ci salverà. Quella ci mantiene sereni finché, appunto, non dovremo chiamare un idraulico, un meccanico o un imbianchino per rendere più chiare le nostre pareti compensando così il colore della nostra anima. Io vorrei che la lotta la facesse chi ha gli strumenti per farla. Viviamo in un'era di totem con pochi tabù. Alberto Moravia diceva: "Per combattere la guerra bisogna fare come con l'incesto: crearne il tabù ". Stop. Il resto chiacchiere facili facili. Gli strumenti ci sono. Basta chiedere di applicarli. Io non voglio scegliere se pagare meno senza fattura oppure il giusto con. Non voglio che lo Stato mi chieda di decidere anche questo. Io non voglio scegliere. Altrimenti se devo decidere tutto io, l'alienazione e il contratto sociale di rousseauniana memoria non hanno più senso di esistere ed è meglio l’anarchia. Io non scelgo di pagare questa o quella tassa. Lo decide chi governa. Bene, chi governa decida anche di lottare contro l’evasione fiscale. Questo chiedo. Io non so arrestare i disonesti. C’è qualcuno che lo fa per me. Io non so salvare una vita. C’è qualcuno che lo fa per me. Io chiedo lo scontrino, certo, ma non voglio che la generazione che guadagna mille euro al mese possa scegliere di non volerlo se risparmia qualcosa. Perché per tutti loro si tratta di sopravvivenza. Per me di chiacchiere salottiere. Buona camicia a tutti.

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