martedì 17 gennaio 2012

Fascistelli

Siamo tutti un po' fascistelli. In queste ultime ore, almeno da quando sono state rese pubbliche le chiamate tra la capitaneria di porto di Livorno e la nave Concordia mentre affondava, siamo tutti un po' fascistelli. Da quando abbiamo sentito il comandante Gregorio De Falco dire a Francesco Schettino coma-andante (andante sulla scialuppa di salvataggio) "Lei vada a bordo è un ordine", siamo tutti un po' fascistelli. Siamo tutti con lui, con l'eroe di origini napoletane che aggredisce il conterraneo fuggiasco che ha preferito salvare la sua pelle prima di quella dei 4500 disperati che si trovavano a bordo della crociera low cost con vista spiaggia. Ci è piaciuto quel autorevole richiamo a rispettare, prima delle regole, la dignità. Dignità che avrebbe dovuto portare l'esaltato dal corpo gonfio a governare non solo la sua vanità e le sue mutande ma anche una nave con a bordo, ridiciamolo, 4500 esseri umani in cerca di emozioni low cost. Ma lui, il com-andante (andante sulla scialuppa di salvataggio) non c'era su quel mostro d'acciaio, esteticamente volgare come le scuse che sono finite, prima nelle orecchie di De Falco e poi nello stomaco di tutti noi. Sentire quelle conversazioni ci ha esaltato. In un nano secondo abbiamo dimenticato il fastidio che ci procurano i comandi, i gradi, gli ordini, le imposizioni, l'arroganza spesso gratuita di chi indossa una divisa, il fastidio di non essere dalla parte del più forte per attaccare al muro chi ci dice, senza replica, cosa dobbiamo fare. Le nostre sinapsi hanno vibrato di piacere a quel: "Lei vada a bordo è un ordine". Di colpo siamo diventati paladini dell'autorità e delle gerarchie, dell'ordine, del rispetto e del silenzio. "Ha parcheggiato l'auto in divieto di sosta, paghi la multa è un ordine", non ci farebbe lo stesso effetto. Eppure con le dovute proporzioni anche non pagare una multa diventa una maniera furbetta per non prendersi mai le proprie responsabilità. Ora stiamo tutti con De Falco, e il codardo Schettino, quello che se non fossero andate così le cose, sarebbe sicuramente finito su una pagina di Facebook di qualche giovane sgallettata in viaggio su quella bara galleggiante con la didascalia "Nella foto il capitano della nave, simpaticissimo", ci sembra piccolo piccolo, vile, viscido e pusillanime. Dote quest'ultima, a meno che lui non si senta il terzo opossum dell'Era Glaciale, non precisamente da sbandierare ai quattro venti. Cosa che purtroppo ha fatto insistentemente dalla scialuppa di salvataggio, durante la sua squallida conversazione con la capitaneria di Livorno. Non ha avuto, ignaro ovviamente dei suoi limiti e del suo orrore (non errore) neppure il buon senso di tacere e umilmente soccombere al suo disastro di uomo.
Siamo un po' tutti fascistelli in questi casi: amiamo chi alza la voce, chi da ordini, chi non accetta scuse. "Tassisti, pagate le tasse, è un ordine. Poi parliamo dei vostri problemi", potrebbe essere. E invece non è così. Chissà mai perché. Buona camicia a tutti.


7 commenti:

Unstoppable Angie ha detto...

ma bello!!!!!!!!

ant ha detto...

se proprio vogliamo andare a fondo e non per il gusto di disfare castelli di sabbia, la fermezza di De Falco non è del tutto spontanea; nel riproporre la telefonata quasi tutti i tg hanno tagliato la parte iniziale, ovvero quando De Falco ha premesso che la telefonata la stava registrando. E’ da ciò che tutta questa stima, tramutata in idolatria dalla massa, mi è da subito parsa smisurata. Il De Falco dalla sua comoda postazione si è auto registrato la telefonata e qui è un “vincere” facile.
Vero è che tra i due comandanti De Falco è il più ligio al dovere ed ha fatto quello che ogni comandante nella sua posizione avrebbe dovuto fare: il minimo sindacabile.
Povero stupido Schettino, l’inchino ora potrà farlo solo ai secondini..

Dani ha detto...

proprio come nelle pubblicità, ci voleva una crociera per ritrovarci a far comarò, eh... (a proposito:ciao Alby,come stai? e i nanetti? e....vabbè, ci vediamo dopo il giocoaperitivo)
In effetti una venuzza di retrogusto alla "questo me lo inculo", nel tono di De Carlo io ce la sento.
E come mi piacerebbe sentirla più spesso, ben indirizzata, dal ponte di comando di altro transatlantico.

ant ha detto...

l'inchino di schettino all'isola di Procida
http://www.youtube.com/watch?v=GTeCtvJJzpg
nel mentre dalla plancia lo sborone cantava
"facete largo che passamo noiiii
sti giovanotti de la Costa bellaaaa"

tra l'altro un inquinamento acustico della madonna...pure il cagnolino se la dava a zampe!

Sara Intry ha detto...

Ma la Capitaneria sapeva che le navi da crociera facevano "l'inchino" all'Isola del Giglio? Scusate ma chi fa il proprio lavoro è una persona normale, perbene ma normale, non è un eroe!

Dani ha detto...

infatti, è su Facebook e Twitter che lo dicono eroe...
:-D

Dani ha detto...

Alby, mi sono rotta alla grande di leggere Travaglio e Telese su Il fatto; perfino Corrias si sta ammosciando. La Ravera e la Soffici sono due fighedilegno.
hanno tutti la testa a compartimenti stagni, come le navi appunto, e appunto viene voglia di fare da scoglio.
Insomma, c'è modo di stanarti da questo buco o no?