giovedì 29 marzo 2012

Quattro frocetti







Tutti con Daniel. In Chile, nei paesi latinoamericani e in Spagna sono tutti con lui, il ragazzo di 24 anni massacrato di botte da quattro frocetti con i capelli rasati che lo hanno preso a sprangate in strada a Santiago tre settimane fa e che dopo 21 giorni di coma non ce l’ha fatta a sopravvivere alle botte. Daniel Zamudio era figlio di un muratore e di una commessa. Viveva a San Bernardo, una località dell’hinterland della capitale. Studiava e lavorava in un negozio. Sabato 3 marzo, mentre tornava a casa sua dopo essere stato ad una festa di amici, è stato assalito da 4 neonazisti cileni e preso a pugni e calci. Tanti probabilmente. O pochi ma dati bene. Sul suo corpo bruciature di sigarette, una svastica marcata con il collo di una bottiglia rotta e un solo orecchio. L’altra era stata tagliata dalla follia delle femminucce senza capelli. “Daniel”, ha fatto sapere l’avvocato di famiglia, “è stato torturato per cinque o sei ore” prima di essere trovato per caso da una guardia in un parco cittadino. E ancora voleva vivere. Ancora non aveva capito a che brutta razza apparteneva. Ancora sperava di poter dimenticare. Cinque giorni dopo essere stato ricoverato in ospedale è riuscito ad aprire gli occhi e muovere un braccio. Ma quello che ha visto probabilmente non gli è piaciuto. La sua retina aveva ancora impresso le sue urla, le botte degli altri e il dolore. Il 19 marzo Daniel ha un collasso. Il primo e l’ultimo della sua vita. Entra in coma e ci è rimasto fino a ieri, quando è morto. Ora, le signorine dai muscoli gonfi che si sono accanite contro il fanciullo inerme e solitario colpevole solo di sapere con esattezza cosa gli piacesse, a differenza di loro ancora nel dubbio, sono in carcere. Identificate, prese e ingabbiate rischiano, le donnicciole dalle limette appuntite che all’anagrafe fanno Alejandro Angulo (26 anni), Raul Lopez (25), Patricio Ahumada (25) e Fabian Mora (20), dai 40 anni di carcere all’ergastolo. Il paese sudamericano è sconvolto e il governo ha chiesto di velocizzare il dibattito sulla legge, iniziato sette anni fa, che penalizza la segregazione di origine etnica, religiosa, stato civile, di genere e orientamento sessuale. E c’è qualcuno che ha chiesto esplicitamente di chiamarla legge Zamudio. Daniel non saprà mai che andrà finire la storia, non saprà mai se le donnine appassionate di pelle nera passeranno i loro giorni a raccogliere sapone durante le docce che consumeranno dietro le sbarre, non saprà mai quanti, su questa terra, faranno la sua fine. Non lo saprà mai. Daniel è stato massacrato di botte perché omosessuale. Buona camicia a tutti.

2 commenti:

ant ha detto...

dai che si stanno facendo passi da gigante..almeno in francia

http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/mondo/2012/04/03/visualizza_new.html_160686230.html

flats in pune ha detto...

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