Ok. Tutti lo abbiamo pensato, ma in silenzio. Un popolo che festeggia il Tomatina merita di avere lo spread ai livelli che ha. Anzi, è già bello che lo spread non sia schizzato, al posto della polpa, e non lo abbia travolto, lasciandolo sotto una coltre di rancida salsa per sempre. Siamo in Spagna. Siamo a Buñol. Siamo a pochi chilometri da Valencia. Siamo all'inferno. Sono l'inferno. Vorrei vedere la faccia di qualche tedesco che mentre sfoglia il suo Süddeutsche Zeitung si imbatte in una foto che racconta la Tomatina. Vorrei leggere il suo pensiero. Qualunque sia, tranquillo. I pomodori non li stai pagando tu. In questa terra scottata dal sole crescono come il tuo pil in tempo di crisi, degli altri, che tu, e non si capisce il perché, vivi sempre troppo poco.
In quella Tomatita che in sintesi
è una battaglia a suon di pomodori, la stessa che si fa ad Ivrea ogni anno con
le arance, c'è la metafora dei paesi mediterranei, dei paesi cattolici, degli
ultimi delle lista, di quelli che dovrebbero crescer ma non ce la fanno e
rimangono ancorati a questi riti vischiosi che uniscono sacro e profano, destra
e sinistra, voglia di andare via con bisogno di restare lì. Sì, gli spagnoli
giocano alla battaglia dei pomodori mentre il paese sta sprofondando, soffocato
da tassi di disoccupazione alle stelle, da mattoni abbandonati che hanno
deturpato la terra trascinando il paese alla rovina, da default di comunità che
chiedono aiuto a Madrid giusto un giorno dopo aver sputato sulla capitale
nazionalista e ingorda, dai ricordi gloriosi di una movida che sembra abbia
smesso di palpitare da centomila secoli. Sì, la Spagna sta abbandonando gli
spagnoli, ma loro fanno spallucce e si lanciano pomodori rossi, sentendosi,
almeno per un giorno, toreri in grado di domare furiose belve, conquistatori
capaci di azzerare con un matrimonio intere civiltà, musicisti sanguinolenti
stremati dai loro "rasgueos". Alla faccia dei bund, della Merkel, di
Rajoy e di Zapatero. La Spagna è quella cosa lì. Per leggerla bisogna sporcarsi
le mani di polpa, di fuliggine, di petardi scoppiati, di galline strangolate
per esorcizzare ataviche paure. L'importante è che riguardino un passato
glorioso e sontuoso almeno quanto il guardaroba di Lola Flores. La Spagna è quella cosa lì: fa
sposare i gay e si lancia pomodori rossi per un giorno intero. Però, almeno si
muove, fa, dice qualcosa, parla, si agita, lancia verdura, riempie le piazze...
La Spagna. Buona camicia a tutti
5 commenti:
divertentissimo
l'articolo
la foto
tutto!
spread, pil, bce, btp-bund davanti ad un articolo così non sono nemmeno da prendere in considerazione, e l'immagine di te conciato in quel modo arriva come un dito medio a bruxelles! ahahahahaha
...non sono io però...
ma mi assomiglia a quanto pare...
ti abbraccio
a.
Mi piace e condivido in pieno quello che hai scritto
Emiliana
Mi piace e condivido in pieno quello che hai scritto
Emiliana
e dire che ci avevo riso un bel po' al pensiero che tu alla tomatina avevi partecipato...con quegli occhialoni poi..
ricambio l'abbraccio
Posta un commento