martedì 26 febbraio 2013

Sopravvincere (forse)




No. Non lo dirò.  Non mi permetterò di criticare chi continua a votare un vecchio signore in doppiopetto che abbina il blu con il nero come fosse un Tony Manero daltonico alle prese con il suo armadio prima del ballo del sabato sera. Ognuno è libero di fare quello che vuole quando si trova solo in quella cabina elettorale. Non siamo a Cuba. Qui da noi il voto di chi legge 4 giornali vale come quello di chi capisce la politica attraverso i siparietti di Barbara D'Urso. Pagata, per altro, dallo stesso tizio in nuance scura. Ma queste sono piccolezze. La tivù lo sappiamo non influenza nessuno, non conta nulla, è da vetero-comunisti continuare a dire il contrario. No. Non lo dirò. Non criticherò lo smacchiatore di giaguari che non ha ancora capito chi è il suo avversario e cosa sa fare quell'uomo quando è davanti a due telecamere. Avrei voluto postare su Twitter: "Orgoglioso di essere italiano". Ma non ce l'ho fatta neppure questa volta. Neppure questa volta riesco ad esserlo. Questo Paese proprio non fa il caso mio. Non lo fa quando si parla di diritti,  non lo fa quando deve prendere a calci un pallone e non lo fa neppure quando deve votare. Io sono in un punto. Il mio Paese è altrove. Peccato, mi piacerebbe provare ogni tanto la sensazione di essere fiero di essere cresciuto qui. In fondo sono in buona compagnia: da Leonardo da Vinci a Francesco Borromini, tanto per citare qualcuno, non proprio due bamboccioni. Avrei voluto per un giorno togliere, a chi non capisce la differenza tra share e preferenze, quel sorriso da vincenti di periferia, ma ahimè, pur sempre vincenti. Li invidio. Vorrei provare almeno un giorno ogni tanto quello che provano loro. E' da 20 anni che mi sfugge il concetto. Vincere davvero. Non vincere di poco. No, quello non è vincere. Quello è sopravvincere. Vivere. Sopravvivere. Vincere. Sopravvincere. Appunto. Mi viene in mente, ancora una volta,  lui e le sue Camere separate: "Io ho sempre voluto tutto Thomas. E mi sono sempre dovuto accontentare di qualcosa". E anche oggi, per me, è andata così. Senza sorrisi (ma con tanta tv) mi sono dovuto accontentare di qualcosa. Buona camicia a tutti. 

2 commenti:

ant ha detto...

mi viene in mente una frase di un film visto ultimamente: “La città è sott’acqua e tu cerchi un secchio quando ti serve un costume da bagno” che è ciò che hanno fatto in molti in questa campagna elettorale. Chi non ha “sopravvinto” è stato Grillo, l’unico movimento senza alleanze quindi con un rilievo senza eguali. E se l’attuale legge elettorale fosse più democratica e meno suina spetterebbe al M5S governare e a noi assistere alla trasformazione delle loro urla irruenti in fatti, possibilmente silenti. Ieri sera dal circo mediatico si è assistito ad auto-attribuzioni di successi, giustificazioni, di fantomatici bicchieri mezzi pieni, sembrava una lotta a chi si difendeva meglio dalle proprie sconfitte, trasformando pezzi di pietra in pepite d’oro come se niente fosse. Ma se la realtà dei fatti non è vidimata dai signori della politica lo è dalla plebe, che sa perfettamente di ritrovarsi in un punto fermo, checché ne dicano loro.
A onor del vero oggi si sono coscienziosamente ridimensionati, ma continuano a chiudere porte su porte, Bersani che tratta Grillo come un clochard e Grillo che è ancora shockato dal risultato e deve rinsavire.
Ha vinto Grillo e il restante 25% di non votanti. Diamogli(ci) un’opportunità ed un posto rilevante in questa terra dove vogliono farci credere sia il biotopo naturale di leoni, giaguari e mastrolindi. I grilli siamo certi che in Italia esistono, che poi non sopravvivano all’inverno è un altro paio di maniche, ma mettiamoli alla prova che tanto nella comicità politica ci siamo da anni e di più non si può.

..e bentornato Alby!

Anonimo ha detto...

Gran bel pezzo. Bentornato!